È venuto il momento di James Frey. Mai banale, sempre provocatorio, ogni suo libro è dinamite, un pugno nello stomaco. Tutti consigliati, scorrevoli, ben scritti e pervasi di una grande umanità.
Ma andiamo con ordine.
In un milione di piccoli pezzi
È la sua testimonianza autobiografica dei due mesi che passerà in un centro di riabilitazione per disintossicarsi da alcol e droga. Un libro forte, potentissimo, fin dalla prima pagina:
Immaginate di svegliarvi in aereo, di non sapere da dove siete partiti né dove state andando e di non avere memoria delle ultime due settimane, immaginate di avere quattro incisivi rotti, un taglio profondo sul viso e il corpo pieno di lividi. Immaginate di non avere né documenti né soldi né bagagli. Immaginate che la polizia di tre Stati vi stia cercando. Immaginate di essere alcolisti e tossicodipendenti da oltre 10 anni, di avere 23 anni…
Uscito in America nel 2003 è diventato subito un best-seller vendendo 5 milioni di copie. È il suo romanzo più potente!
Voto: 4/5
Il mio amico Leonard
Uscito in Italia nel 2006 è il seguito di In un milione di piccoli pezzi, diventando un altro best-seller. È anche questo diretto, incisivo, ma, come accade in questi casi, inferiore al precedente. Del resto non è sempre così? Anche solo per il fatto che si conosce già la storia, i seguiti, non sono più molli dei precedenti?
A volte sono proprio banali e brutti, ma non è questo il caso.
Voto: 3/5
Buongiorno Los Angeles
Uscito in Italia nel 2009, è il suo capolavoro.
Frey, non parla più di sé stesso, né si accontenta di parlare di una storia sola (che tra l’altro se è ben scritta basta e avanza), ma sceglie di parlare di un’intera città. E che città: El Pueblo de Nuestra Señora la Reina de los Ángeles del Río de la Porciúncula de Asís.
Ho messo il nome per intero che gli diedero quando la fondarono – oggi semplicemente Los Angeles – perché l’autore, tra un capitolo e l’altro, ripercorre la storia della città stessa: dalla fondazione – il 4 settembre 1781 un gruppo di quarantuno uomini, donne e bambini che si sono dati il nome di Pobladores, fondano una colonia… Due terzi dei coloni sono schiavi africani o fuggitivi… La maggior parte del resto sono nativi americani. Tre sono messicani. Uno è europeo – fino ad oggi – nel 2000, Los Angeles è la maggiore area metropolitana più diversificata e a più rapida crescita negli Stati Uniti. Se fosse un Paese autonomo sarebbe la quindicesima economia del mondo. Si calcola che entro il 2030 sarà la più vasta area metropolitana del paese.
Anche in questo romanzo l’autore continua a raccontare ciò che sa far meglio: l’uomo; e lo fa narrando quattro storie differenti, intensissime e commoventi che si susseguono nelle pagine, insieme ad una moltitudine di personaggi che rimarranno sconosciuti, ma che contribuiscono con le proprie miserie a scuoterci, penetrarci.
Cammino per la Terra degli Angeli, cammino per la Terra dei Sogni. Vedo il popolo che vive qui… venticinque milioni di neri bianchi gialli e bruni separati e insieme che amano odiano uccidono si mescolano… Li vedo arrivare. Vengono in autobus e a piedi. In auto e aeroplani in cielo in elicotteri se sono ricchi nel retro dei tir e sopra carri dei treni merci… Per vivere con gli Angeli e inseguire i sogni. Non sono tutti riflettore e cartelloni. Qualcuno sogna un tetto, qualcuno sogna un letto, qualcuno sogna un lavoro, qualcuno sogna soldi sufficienti a mangiare, qualcuno sogna il sogno di dimenticare, partire, nascondersi, trasformarsi, diventare, qualcuno sogna il sogno semplice di arrivare alla fine di una giornata senza aver paura di morire, qualcuno sogna di famiglie qui o lì o dove che sia che sono partiti sogna di farle venire a ricominciare da capo e di avere realmente una cazzo di possibilità, qualcuno sogna che lo si lasci vivere, parlare, credere e vestire come gli pare.
E alla fine quale altra città avrebbe potuto rappresentare meglio questa continua lotta imperversa dell’uomo contro la natura – terremoti, inondazioni, siccità – e contro altri umani, se non la città degli angeli?
Quattro storie indimenticabili, e impregnate della sostanza di cui siamo fatti: speranza e disperazione, amore e violenza, vita e morte.
Voto: 5/5
L’ultimo Testamento della Sacra Bibbia
Uscito in Italia nel 2011 è il più provocatorio dei suoi libri, è quello in cui più di tutti parla di amore.
È la storia di Ben Zion Avrohom, alias Ben Jones, alias il Profeta, alias il Figlio, alias il Messia, alias il Signore Iddio.
Ma non è certo il Dio che ti aspetti; perché Ben: fa l’amore con uomini e donne, pratica l’eutanasia ai morenti, guarisce i malati, sfida i governi e condanna l’ordine religioso. Ben viene raccontato attraverso la testimonianza della madre, e di dodici seguaci del Salvatore (12 come gli apostoli). Ne viene fuori un Messia umano, che potrebbe essere uno di noi, no anzi meglio di noi, perché non giudica come facciamo noi, non condanna come fa la chiesa. Parla con Dio, s’immerge totalmente nelle miserie di questo mondo, donando a tutti semplicemente il suo amore, con le sue parole, con contatti fisici, carnali.
Tutta quella gente con i cartelli su Dio e che noi eravamo degli assassini e che ci urlavano dietro. Avevano le T-shirt con sopra scritti i versetti della Bibbia. Ben li guardava e sorrideva. E quelli si infuriavano sul serio, ancora di più, e lui continuava a sorridere. Uno di loro si è fatto vicino vicino e lo ha chiamato assassino e gli ha detto che sarebbe finito all’Inferno a bruciare. Ben gli ha preso la mano e l’ha baciata, un bacio tenero e lungo, e quello sembrava lì lì per restarci secco, e i suoi amici erano tutti sconvolti. Ben gli ha lasciato la mano e gli ha sussurrato qualcosa all’orecchio e l’uomo ha sorriso e ha abbracciato Ben e si è allontanato. Non ho idea di cosa gli aveva detto, solo quello che ho visto. Ben che amava un altro uomo. Non c’è niente di male in un uomo che ama un alto uomo. È tutto la stessa cosa. È amore.
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E tu pensi che la parola di Dio si trovi nei libri della Bibbia? Quei libri li ha scritti Dio?
Sono la sua parola.
Sono la parola degli autori. Uomini che raccontano storie. Non diversi dagli scrittori di oggi che fabbricano romanzi polizieschi, romanzi di avventure, o romanzi di guerra, o romanzi dell’apocalisse.
Le storie bibliche sono state scritte decenni, a volte secoli, dopo gli eventi che dicono di riferire, eventi per i quali non esiste la benché minima prova storica. La parola di Dio sulla terra è una cosa che non esiste. O, se esiste, non si trova nei libri.
E allora dove si trova?
Nell’amore. Nelle risate dei bambini. In un dono offerto. In una vita salvata. Nel silenzio del mattino. Nel cuore della notte, nella voce dell’oceano. Si può trovare in qualsiasi cosa, in ogni luogo. È il tessuto delle nostre vite, i nostri sentimenti, le persone con cui viviamo.
Io ho fede che i libri sono veri.
È una tua scelta, la fede è una scusa per i stupidi.
La fede è un dono di Dio.
La fede è ciò che si usa per opprimere, per negare, per giustificare, per giudicare nel nome di Dio. La fede è ciò che è stato usato come mezzo per razionalizzare più male in questo mondo di qualsiasi altra cosa nella storia. Se esiste un Diavolo, la fede sarebbe la sua più grande invenzione.
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A mio modesto parere questo libro ci avvicina a Dio, e lo fa riportando il divino ad una dimensione reale e quotidiana, lo fa rimarcando l’insegnamento più bello e alto che fece Cristo duemila anni fa: Dio è amore.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri
dal Vangelo di Giovanni 13,34-35
Gesù dice proprio un comandamento nuovo: di fatto nei Dieci Comandamenti non compare la parola amore.
Penso che questo comandamento rappresenti un taglio netto tra prima e dopo l’avvento sulla Terra di Cristo. Al punto che la maggioranza delle persone – religiose o atee cambia poco – identificano il Dio dell’Antico Testamento come un Dio d’ira, mentre il Dio del Nuovo Testamento lo identificano come un Dio d’amore.
Ma perchè ho l’impressione che preti e teologici preferiscono non accentuare questa differenza?
Che preferiscono non fare distinzione tra vecchio e nuovo, come a voler dimostrare che Dio è sempre lo stesso, e che l’ira di Dio così come il Suo amore sono rivelati in entrambi i Testamenti. Non so… forse è solo la mia impressione, ma è come se preferissero non evidenziare i passi dei Vangeli in cui Gesù parla d’amore, come a voler sminuire il fatto innegabile che Gesù ha messo al centro di tutto l’Amore.
Eccovi un esempio: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Le riconoscete? Sono parole del Padre Nostro.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli” » (Lc 11,1). È in risposta a questa domanda che il Signore affida ai suoi discepoli e alla sua Chiesa la preghiera cristiana fondamentale. San Luca ne dà un testo breve (di cinque domande),1 san Matteo una versione più ampia (di sette domande).2 La tradizione liturgica della Chiesa ha sempre usato il testo di san Matteo (Mt 6,9-13).
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
da Catechismo della Chiesa Cattolica: Parte Quarta La Preghiera Cristiana
Chiariamo un punto, io non credo in nessun Dio riconducibile ad una religione, non credo in nessun testo sacro, quindi sono il meno adatto a spiegarvi queste parole: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Tuttavia mi considero spirituale, ho letto molti libri religiosi, tra cui la Sacra Bibbia, e poi sono peso… se state ancora leggendo questo mio articolo lo avrete già capito. Leggere: ecco la parola chiave. Lo state facendo anche adesso e vi assicuro che spesso aiuta. Per esempio a trovare conferme. Ad avvallare le proprie opinioni, a rafforzarle come in questo caso, con queste parole di un libro di Vonnegut che ho letto e, neanche a farlo apposta, cadono a fagiolo:
Ciò che è andato storto è che troppe persone, dagli studenti delle superiori ai capi di stato, obbediscono al Codice di Hammurabi, un re babilonese vissuto quasi quattromila anni fa. Ci sono echi del suo codice anche nell’Antico Testamento. Siete pronti?
«Occhio per occhio, dente per dente».
Un imperativo categorico per tutti coloro che vivono obbedendo al Codice di Hammurabi, compresi i protagonisti di ogni film di cowboy e di gangster che abbiate mai visto, è questo: Ogni torto, reale o immaginario, va vendicato. Qualcuno se ne pentirà amaramente.
E giù bombe – o quello che è.
Quando Gesù Cristo venne inchiodato alla croce disse: «Perdonali, Padre perché non sanno quello che fanno». Che razza di uomo era? Qualunque vero uomo, obbedendo al codice di Hammurabi, avrebbe detto: “Ammazzali, papà, insieme a tutti i loro amici e parenti, e fa sì che siano morti lente e dolorose».
La più grande eredità che Gesù ci ha lasciato, a mio modesto parere, consiste di sole tredici parole. Sono l’antidoto al veleno del Codice di Hammurabi…
Gesù di Nazareth ci disse di pregare usando queste tredici parole: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
E tanti saluti al Codice di Hammurabi.
Già solo per queste parole, Gesù merita di essere chiamato «Principe della Pace».
Ogni azione di guerra, ogni azione di violenza, anche se compiuta da uno schizofrenico paranoico, onora Hammurabi e mostra disprezzo per Gesù Cristo.
da Quando siete felici, fateci caso, di Kurt Vonnegut – Consigli alle neolaureate (di cui tutti gli uomini dovrebbero essere a conoscenza) – Ages Scott College, Decatur, Georgia, 15 maggio 1999
Quante migliaia di volte abbiamo pregato con il Padre Nostro, senza riflettere sul significato delle parole che pronunciavamo. È questo uno dei sbagli della religione: ti catechizzano che sei un bambino, e finisce che impari a memoria e ripeti le stesse parole per tutta la vita, come un pappagallo, senza averle mai davvero capite…
Queste tredici parole – Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori – sono la svolta, il taglio netto con il passato, con il Vecchio Testamento. Con queste parole, Cristo, ci ha voluto dire che il perdono che chiediamo a Dio è condizionato al perdono che noi accordiamo agli altri. In pratica ci salviamo a patto che perdoniamo gli altri. Se tutti seguissimo alla lettera queste parole non ci sarebbero più guerre: se non è amore questo!
Non so se ci avevate mai riflettuto…
E non so se qualcuno di voi, anche uno solo di voi, abbia mai sentito un prete parlare di questo?
Perché vedete tutti i santi giorni e in tutti i posti di questo mondo:
Ogni torto, reale o immaginario, va vendicato. Qualcuno se ne pentirà amaramente. E giù bombe.
Non so a voi ma mi sembra di leggere alcuni passi del Vecchio Testamento: perché OK, all’interno del primo Testo Sacro ci saranno anche tanti passaggi d’amore, ma a me più che amore continua ad arrivare ira e vendetta.
3 Non avere altri dei oltre a me. 4 Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. 5 Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, 6 e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Esodo 20,1-17 da La Parola.Net – i dieci comandamenti
Malcontento della malvagità dell’uomo, Dio sterminò ogni creatura del pianeta risparmiando soltanto la famiglia di Noè. Uomini, donne, bambini ed animali morirono annegati in una impensabile agonia.
Genesi, capitolo 6 e 7
Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l’amico che è come te stesso, t’istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dèi, dèi che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all’altra della terra, tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una tale azione malvagia.
Deuteronomio 13:1-12
Infine le Piaghe D’Egitto (Esodo, 7,14 – 12,30).
3 Ma io indurirò il cuore del faraone e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese d’Egitto. 4 Il faraone non vi ascolterà e io porrò la mano contro l’Egitto e farò così uscire dal paese d’Egitto le mie schiere, il mio popolo degli Israeliti, con l’intervento di grandi castighi. 5 Allora gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando stenderò la mano contro l’Egitto e farò uscire di mezzo a loro gli Israeliti!
da CEI, Conferenza Episcopale Italiana
In pratica la Bibbia afferma che è lo stesso Dio a indurire il cuore del faraone, prima di ogni piaga, così che non faccia partire gli Ebrei dall’Egitto, così che a tutti sia chiara la potenza del Signore.
Che sono dieci lo sappiamo tutti dal catechismo. Ma sono convinto che non tutti se le ricordano tutte e dieci. Io, ad esempio, un paio non le ricordavo.
1- Dio trasformò l’acqua del Nilo in sangue, così che l’acqua divenne imbevibile e tutti i pesci morirono.
2- Dio inviò una piaga di rane dai corsi d’acqua.
3- Dio inviò una piaga di zanzare.
4- Dio inviò una piaga di mosche velenose.
5- Dio sterminò tutto il bestiame d’Egitto.
6- Dio inviò una piaga di ulceri che si trasformarono in pustole sugli uomini e sugli animali.
7- Dio inviò una pioggia di tuoni, lampi e grandine.
8- Dio inviò un’invasione di cavallette, in modo che che divoreranno tutta l’erba dell’Egitto e tutto quello che è stato risparmiato dalla grandine.
9- Dio fece scendere le tenebre sul paese d’Egitto. Ma per tutti i figli d’Israele non venne meno la luce nelle loro dimore.
Ma il Signore lasciò che il cuore del Faraone s’indurisse ancora, tanto che neppure questa volta volle lasciarli partire.
10- Dio fece morire ogni primogenito nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone, che siede sul trono, al primogenito della schiava che attende alla macina, come pure ogni primogenito degli animali. Ma tra i figli d’Israele, neppure un cane abbaierà contro anima viva, uomo o bestia che sia, affinché sappiate che il Signore ha fatto una separazione ben netta tra gli Egiziani e gli Israeliti.
da La Sacra Bibbia
Concludendo, sono con James Frey, e mi piace pensare che se esiste davvero un creatore la sua parola chiave è amore.
Ma se al centro di ogni cosa ci fosse davvero l’amore, non ci sarebbero più le guerre, ne l’odio o la paura. E a quel punto a cosa servirebbe la Chiesa? Dio?
Perché, se ci pensate, l’amore basta da solo. L’Amore non si può studiare, non servono testi sacri.
La sua natura è quella di un’esperienza. E l’esperienza non è qualcosa che si può imparare leggendo, studiando, non può essere trasferita da una persona all’altra: la si deve guadagnare. Devi diventarne gravido, deve nascere dentro di te. Conosci l’amore solo quando ti lasci andare, ti abbandoni: diventi tu stesso amore.
La mente non ti può aiutare, anzi ti può essere perfino d’intralcio, perché la mente tende a volere tutto sotto controllo. Ha paura dell’ignoto e quando sei innamorato, ti sembra di precipitare, perdi le tue certezze… non t’interessano più. Infatti, si dice che l’amore è cieco e che la follia lo accompagna sempre.
di OSHO
L’ultimo Testamento della Sacra Bibbia
Voto: 4/5


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L’amore vince sempre…
Ci vorrebbe tanto tempo per confrontarci sull’argomento proposto e sarebbe davvero molto interessante in ogni caso sono d’accordo sul risultato, concentrato sul valore dell’amore che può cambiare il mondo
eh già il tempo…
“Ma il tempo, il tempo chi me lo rende? Chi mi dà indietro quelle stagioni
di vetro e sabbia, chi mi riprende la rabbia e il gesto, donne e canzoni,
gli amici persi, i libri mangiati, la gioia piana degli appetiti,
l’ arsura sana degli assetati,
la fede cieca in poveri miti?
Come vedi tutto è usuale, solo che il tempo stringe la borsa
e c’è il sospetto che sia triviale l’ affanno e l’ ansimo dopo una corsa,
l’ ansia volgare del giorno dopo,
la fine triste della partita,
il lento scorrere senza uno scopo di questa cosa…
che chiami… vita…”
da Lettera di Francesco Guccini
Per continuare un’ipotetica chiacchierata sull’amore, ti consiglio di leggere – quando hai tempo, se non l’hai già fatto – l’articolo novelle orientali di Marguerite Yourcenar.
Lo trovi sempre sul mio blog: nelmiopiccolo,com
All’interno dell’articolo vorrei sottoporti “Nostra signora delle rondini”: la novella più dolce e poetica: Ti piacerà!