Canarino a prescindere!

Modena – Classe 0 – 1

Calvina – Modena 1 – 1

Un incubo!
La delusione è enorme, ma per favore, non diventiamo anche ridicoli. E non ce l’ho con i giocatori. Ma andiamo con ordine.
Delle 28 partite giocate ne abbiamo vinte 16, pareggiate 9 e perse 3.
In altri campionati, quelli in cui il Modena era abituato a giocare fino ad un paio di anni fa, anzi diciamo tre così parliamo di serie B, sarebbero ottimi risultati, addirittura inaspettati. Ma, dopo il fallimento, siamo in serie D e diciamolo pure pensavamo di soffrire meno. Secondi a sei punti in meno dalla Pergolettese.

Pergolettese?

Fino ad inizio campionato chi la conosceva?
«Ma sì… è la squadra in cui giocava Ferrario», dicevano i più saccenti quando l’abbiamo incontrata e battuta al Braglia a metà dicembre. Era la sedicesima partita di campionato e la “Montagnani” urlava: «Salutate la capolista». Dopo tanta sofferenza ci sentivamo legittimati. Primi con cinque punti di vantaggio proprio sulla Pergolettese e sette sulla Reggiana. E si pensava che la Pergolettese fosse un fuoco di paglia, di dover temere solo la Reggiana.
Quanto ci sbagliavamo: pareggio con il San Marino, sconfitta con il Vigor Carpaneto e raggiunti proprio dalla Pergolettese. Quattro punti persi che sono costati la panchina ad Apolloni, pur essendo primi in classifica, una cosa rara, al limite del paradossale. Ma giocavamo davvero male ed era giusto così.
Arriva Bollini e stecchiamo la prima in casa, pareggiando proprio con il Lentigione di Amadei.

Lentigione?

«Il mister è appena arrivato, diamogli tempo», il pensiero generale. Ma intanto siamo, per la prima volta, secondi in classifica, a due punti proprio dalla Pergolettese.
Poi due vittorie, e ci siamo illusi di aver trovato un gioco. Ma non abbiamo messo in conto il Ciliverghe.

Ciliverghe?

Io c’ero a Ciliverghe di Mazzano. Una trasferta assurda. Abbiamo fatto fatica perfino a trovare un ristorante. Io e mia moglie avevamo messo nel navigatore Mazzano centro e quando abbiamo sentito «Avete raggiunto la vostra destinazione»: Il nulla. Una trentina di case, un bar chiuso e una chiesa.
«Scusate, sapete se c’è un ristorante aperto in centro? (CENTRO???)», ho chiesto ad una coppia di giovani che usciva dalla chiesa.
«Di ristoranti qui non ce ne sono, al limite sulla provinciale».
«E lo stadio? Veniamo da Modena e dobbiamo giocare allo stadio di Ciliverghe di Mazzano».
«Mah… ».
Roba da matti!
Perfino in pizzeria (era davvero sulla provinciale), nessuno ha saputo indicarci il campo. Quando abbiamo detto che venivamo da Modena pensavano dovessimo giocare con il Brescia. Magari! ho risposto.
Il campo lo abbiamo poi trovato, purtroppo! A pochi chilometri dalla pizzeria, e che nessuno sapesse indicarcelo resta un mistero.
Per chi non lo sapesse al 96esimo vincevamo 2 a 1 e l’arbitro aveva dato sei minuti di recupero: Quindi! Abbiamo vinto?
Colcazzo! Scusate ma quando ci vuole ci vuole. Al 95esimo e trenta secondi il Ciliverghe batte un fallo laterale al limite dell’area di rigore del Modena. È presumibilmente l’ultima azione della partita, e la palla arriva, fortunatamente, sui piedi del nostro terzino laterale che, essendo girato verso la propria porta e dentro l’area di rigore:

  • La butta direttamente in fallo laterale?
  • La stoppa si gira e la rinvia a centrocampo?
  • La butta in calcio d’angolo?

La terza!
E io… mentre l’arbitro guarda l’orologio e decide di far battere il calcio d’angolo, mentre il Modena protesta perché vorrebbe il triplice fischio finale, mentre anche il loro portiere si scaraventa in attacco, urlo come un mentecatto: «Prendiamo goal, prendiamo goal, prendiamo goal, prendiamo…»

GOAL!

Ed è così che mentre io e mia moglie scendiamo dalla tribuna mi si chiudono le vene e… neebia!:
«Checazzoè? Non puoi buttare la palla in calcio d’angolo perché anche un bambino lo sa che l’arbitro lo fa battere l’angolo, anche se il tempo è scaduto lo fa battere». Poi rivolgendomi a mia moglie: «Ma secondo te? Come si fa a buttare la palla in angolo. Se non fossimo stati in vantaggio pensi che avrebbe buttato via la palla?».
Luisa non risponde, mi conosce e sa benissimo che non è una vera domanda.
«Si sarebbe girato e l’avrebbe giocata quella cazzo di palla: Porcaputtana! Bisogna sempre e sempre e sempre  far finta di stare perdendo. E poi: dobbiamo avere paura del Ciliverghe???».
Poi passa. Perché passa sempre. Anche se la Pergolettese, dopo aver perso a Modena, non si ferma più e ne vincerà otto di fila, passa. Perché il Modena si ama a prescindere, anche se è scarsa, anche se è convalescente, anche se pareggiamo con il Crema e andiamo a meno sei, anche se si rimane in D.
E dopo l’ottava vittoria consecutiva della Pergolettese ho pensato: “OK, il Modena non sarà questa squadra spacca campionato che ci aspettavamo, ma più che un nostro demerito è la Pergolettese che sta meritando.
Certo che speravo che non continuasse a vincere, noi modenesi siamo abituati a prendere delle bastonate ma non sono mica un masochista. Ed è così che la Pergolettese perde in casa con l’Oltrepovoghera e il Modena vince con Fanfulla e Fiorenzuola: finalmente due vittorie belle e meritate e per niente scontate.
Torniamo a meno tre carichi come una molla.
Ma è bastato il Classe a scaricarci.

Classe?

Sì, proprio il Classe di Lido di Classe. Fanalino di coda del campionato. Con le inevitabili prese per il culo: “Avete perso con classe”, o anche “con l’ultima della classe”.

Infine: pareggiamo a Calvisano (di nuovo in provincia di Brescia come con il Ciliverghe) con la Calvina.

Calvina?

La delusione è enorme, anche perché la Pergolettese ha pareggiato e avremmo potuto recuperare due punti. Ma ciò che mi ha dato più fastidio sono state le interviste del fine partita. Perché non c’è sconfitta e arrabbiatura che possa scalfire il grande amore che sento per il Modena, ma per favore non diventiamo anche ridicoli
Sarò ingenuo ma sono convinto che i giocatori diano il massimo. Probabilmente non sono così forti come pensavamo, ma sono i nostri giocatori e non riesco proprio ad avercela con loro. E non ce l’ho nemmeno con la proprietà. Potevano fare meglio? Probabilmente sì! Nella campagna acquisti di gennaio speravo in qualcosa di meglio, un paio di giocatori che facessero davvero la differenza, magari un portiere di esperienza (la scelta di puntare su due portieri under non mi ha per niente convinto), da dare più sicurezza ad un reparto difensivo che non è esente da colpe.
Tuttavia mancano sei partite e il destino non si è ancora compiuto: IO CI CREDO!
Credo in questi ragazzi e credo nei sacrifici che ha fatto questa nuova società; in Romano Sghedoni, Romano Amadei, Carmelo Salerno, Paolo Galassini, Gianlauro Morselli, nel direttore sportivo Doriano Tosi  e nel mister Bollini. Possiamo farcela. Abbiamo ancora quattro partite in casa (Pavia, Sasso Marconi, Adrense e San Marino) e due trasferte mai così decisive con Reggiana e Pergolettese. Se le vinciamo tutte sono sicuro che saremo promossi. Non è impossibile. La Pergolettese ha un finale di stagione più difficile: il derby con il Crema, il Pavia, il Fiorenzuola, ad esempio, e poi il Modena!
La Reggiana è dietro e rimarrà dietro: PUNTO.

Mi accorgo ora che non ho detto quello che più di ogni cosa volevo dire. Parlo del Modena e mi emoziono come sempre…
Quello che vorrei dire (non è per niente facile) è che se prima erano più i meriti della Pergolettese, adesso sono più i demeriti del Modena. Se siamo a sei punti dalla Pergolettese è perché ce lo siamo meritati. Mi da fastidio sentire il presidente e l’allenatore che si lamentano degli arbitraggi. Siamo a credito? Può darsi, ma potevano fare meglio indipendentemente dagli arbitri. Pensiamo davvero che non potevano fare di più con: Lentigione, Ciliverghe, Classe e Calvina?
Analizziamo anche solo quest’ultima partita: ho sentito dire che il rigore del Calvina non c’era perché il giocatore lanciato in porta era partito in fuorigioco e che comunque il fallo di Dierna non era da espulsione. Fuorigioco? Mah! Come si fa a esserne così sicuri senza la moviola e il fermo immagine. Per quanto riguarda l’espulsione io sono canarino sfegatato ma gli occhi ce li ho: se non è un fallo da espulsione quello? Da solo davanti al portiere…
Stesso discorso per il goal annullato a Ferrario a fine partita. Intanto non si può parlare di goal annullato perché l’arbitro ha fischiato prima che il nostro bomber tirasse in porta, lo dimostra il fatto che il portiere è rimasto immobile; e poi, anche in questo caso, dalle riprese televisive non si capisce se Ferrario è partito in posizione regolare o in fuorigioco. A me sembrava in posizione regolare, e se avessimo segnato sarei esploso, ma per piacere non attacchiamoci a questi pretesti, quando la partiva l’avremmo potuta chiudere già a fine primo tempo.
Ci abbiamo messo il cuore, questo sì, giocando con un uomo in meno per quasi tutta la partita, e meritavamo di vincere. Ma abbiamo giocato male, fatto troppi errori, sbagliato troppi passaggi e soprattutto sprecato troppe occasioni. È colpa dell’arbitro se quando ci avviciniamo all’area avversaria non centriamo la porta?
Due anni fa ci hanno radiati, siamo stati lontani dai campi di gioco per un anno intero, non basta?
È il momento di tirare davvero fuori gli attributi, è il momento di usare tutta la rabbia che abbiamo incamerato per raggiungere il nostro obiettivo.

Perché: Se il canarino vola, se il canarino vola… cosa potrà mai fare il Pavia, la Reggiana, il Sasso Marconi, l’Adrense, la Pergolettese e il San Marino.

Forza Modena!

Per chi non li avessi letti e volesse approfondire:

Forse non lo sai ma pure questo è amore: Modena FC 1912 (QUI, potete leggerlo)

Se il canarino vola, se il canarino vola non ci sto dentro piùùù ohohohoh… (QUI, potete leggerlo)

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Sono nato a Modena nel 1964 e vivo in un paese che è parte dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico. Da 35 anni faccio piastrelle. Mi occupo di ricerca. Crescere, crescere, crescere: non esistono altri obbiettivi. Ogni anno è una sfida. Sposato con due figli, da quattro anni scrivo su questo blog. Ma fin dal primo articolo ho capito che recensire un libro, un film o una canzone non è che un pretesto per raccontarmi: pensieri, passioni, desideri. Ricordi. Il vero scopo è fermare il tempo. Trattenere il più possibile istanti di felicità.

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