Meri Luis

Mi piacciono le canzoni che raccontano una storia, è per questo che ho un debole per i cantautori degli anni ‘70 e ’80: De Gregori, De André, Dalla, Guccini, tanto per far dei nomi. In questo Blog ho parlato spesso di loro, con il maestrone ho fatto di più e in un articolo (L’amore secondo Francesco Kundera e Milan Guccini) non ho solo scelto una sua canzone come colonna sonora del celebre Amori ridicoli di Milan Kundera, ho perfino immaginato che Scirocco avrebbe potuto essere l’ottavo racconto dei sette che compongono il libro, da quanto è bella la sceneggiatura di questa canzone, dalle immagini che mi appaiono ogni volta che l’ascolto.

Ho scritto sceneggiatura perché certe canzoni non hanno nulla da invidiare alle più titolate sceneggiature di film o libri.

Quello di scegliere una canzone come colonna sonora di ogni articolo che scrivo è poi un mio pallino da sempre. Se a volte non c’è è perché non ho trovato niente: non deve solo piacermi, deve essere quella giusta per l’articolo o almeno così deve sembrare a me.

Come queste:

The book of love di Peter Gabriel.
House di Elton John.
Farewell di Francesco Guccini.
Tears in Heaven di Eric Clapton.
Moonlight sonata di Ludwig van Beethoven.
La leva calcistica del ’68 di Francesco De Gregori.
TVM di Tiziano Ferro.
Tu… e così sia di Franco Simone.
Bocca di rosa di Fabrizio De André.
Ti fa stare bene di Caparezza.
Vivere di Vasco Rossi.
La chiamavano bocca di rosa di Fabrizio De André.
Via del campo di Fabrizio de Andrè.
Un corpo e un’anima di Wess e Dori Ghezzi.
Amore di Riccardo Cocciante, Mina.
Sei bellissima di Loredana Bertè.
Quello che non… di Francesco Guccini.
Autogrill di Francesco Guccini.
Un piccolo aiuto di Zucchero.
Quel giorno d’Aprile di Francesco Guccini.
Anima di Pino Daniele.
Domani è un altro giorno di Ornella Vanoni.
Canzone quasi d’amore di Francesco Guccini.
Jenny è pazza di Vasco Rossi.
C’era una volta in America di Ennio Morricone.
Norwegian Wood dei Beatles.
Night Fever dei Bee Gees.
Zu Asche, Zu Staub di Severija Janušauskaitė
Rimmel di Francesco De Gregori.
Le passanti di Fabrizio De André.
Anche per te di Lucio Battisti.
Anime salve di Fabrizio De André.
Delitto di paese Fabrizio De André.
L’essenziale di Marco Mengoni.
Sogno d’amore n°3 di Liszt
Under Pressure dei Queen e David Bowie.
Il bacio sulla bocca di Ivano Fossati.
Samantha di Francesco Guccini.
Innocent when you dream di Tom Waits.
L’amore con l’amore si paga di Fiorella Mannoia.
Un senso di Vasco Rossi.
La stagione dell’amore di Franco Battiato.
La cura di Franco Battiato.
Non l’hai mica capito di Vasco Rossi.
C’era una volta il west di Ennio Morricone.
Senza un perché di Nada.
Spunta la luna dal monte di Pierangelo Bertoli e Tazenda.
Scirocco di Francesco Guccini.
Nel verde di Calcutta.
Giudizio universale di Samuele Bersani.
Quando di Pino Daniele.
Ti lascerò di Anna Oxa e Fausto Leali.
Albergo a ore di Gino Paoli.
Amico Fragile di Fabrizio De Andrè.

Per ora sono 54 su 85 articoli pubblicati. Ve l’ho detto che non sempre trovo la canzone giusta. Ma anche così ci si potrebbe fare un’idea sui miei gusti, su come son fatto. È un po’ come spogliarsi, e in effetti da quando scrivo sul Blog non faccio altro che parlare di me: foto, pensieri, sfoghi, aneddoti, racconti. È come se in ogni articolo facessi una seduta da uno psicologo, beh, almeno spendo meno.

Ma non è per dirvi questo che ho scritto le canzoni. L’ho fatto per sfizio, volevo vedere chi dei miei autori preferiti detenesse il record; l’idea iniziale era semplicemente contare: Guccini: 7, De André: 6… solo successivamente mi sono deciso a trascriverle, per via della memoria che mi ritrovo, per non rischiare di prendere del rincoglionito scegliendo la stessa canzone per più articoli.

E in effetti rileggendo la lista non mi capacito di un fatto: Lucio Dalla.

Possibile che non abbia mai scelto una canzone di Lucio?
Lui sì che è un GRANDE sceneggiatore.
E non è facile sceglierne una sola. Una soltanto tra le tante belle canzoni che ha scritto. È Eleonora che mi ha riportato in vita quella giusta, chiedendomi: “Papà come si chiama la canzone che ci cantavi che parla di un dentista che accarezza i denti?”

E davvero Meri Luis la cantavo decine e decine di volte ai miei figli, la sapevo a memoria.

 Il regista aspettava la star al ristorante
sembrava un morto con in mano un bicchiere

il ragazzo lavorava in un bar ed aspettava
che il padrone se ne andasse, per potersi sedere

il dentista aspettava il sabato
con la moglie e tre figli era già pronto per il mare

il taxista al posteggio aspettava qualcuno da portare

Chi l’ha vista la ragazza con le grandi tette
che tutte le sere alle sette un quarto
aspettava l’autobus guardando in alto
e tutti quanti ad aspettare, a cercare di fermare
questa vita che passa accanto e con le mani ti saluta e fa bye bye
questa vita un po’ umida di pianto con i giorni messi male
Vista dall’alto sembra un treno che non finisce mai.

Neppure se è coperta dalla neve
o se sparisce sotto terra e non si vede
si ferma un attimo:
il regista il ragazzo il dentista il taxista, la ragazza, la star
scaraventati in mezzo al traffico.

Poi, iniziava la seconda strofa…

Ma, dio mio, e se si provasse a trattenere il respiro…

… e incominciava il nostro gioco: io iniziavo la frase e Franci ed Elli in coro la finivano con la rima.

se si cercasse, se si provasse di fermare il giro.

Il regista stanco di aspettare…
appena ha visto la star l’ha mandata a cagare

il ragazzo ha lasciato lì di lavorare e…
agguantato un treno, è corso fino al mare

il dentista si è innamorato di un dente…
lo accarezza non vuole fargli male

il taxista nella macchina non ha il cliente…
ma una canna per andare a pescare

Meri Luis finalmente ha deciso che l’amore è bello…
ha abbassato gli occhi e si è lasciata andare
ha benedetto il cielo come fosse un fratello…
per le sue belle tette e per l’amico che le vuole toccare

Adesso, mio dio, dimmi cosa devo fare
se devo farla a pezzi questa mia vita
oppure sedermi e guardarla passare
Però la vita com’è bella
e come è bello poterla cantare.

Sarebbe potuta essere o no la sceneggiatura di un film sul senso della vita?
La trama di un racconto Zen sull’arte del lasciarsi andare, andare, andare.

Se non vi ho convinto sentite insieme a me Meri Luis. Vi propongo il duetto Dalla, Mengoni.

Ma prima ecco cosa pensa il grande Lucio di Marco Mengoni, di Meri Luis:

L’estate scorsa l’ho sentito cantare in un locale delle isole Tremiti ed è stata una sorpresa. Ne avevo sentito parlare ma non credevo fosse così bravo. Con quella voce può cantare qualunque cosa. Ed è l’unico che poteva reinterpretare Meri Luis, forse la canzone più bella e importante che ho scritto. Ha una voce incredibile, sembra Prince.

da BLOGO: SOUNDSBLOG: Marco Mengoni duetta con Lucio Dalla in Meri Luis, da Qui dove il mare luccica, di Sebastiano Cascone, 4 dicembre 2012.

Cliccando QUI, potete sentirla.

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Sono nato a Modena nel 1964 e vivo in un paese che è parte dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico. Da 35 anni faccio piastrelle. Mi occupo di ricerca. Crescere, crescere, crescere: non esistono altri obbiettivi. Ogni anno è una sfida. Sposato con due figli, da quattro anni scrivo su questo blog. Ma fin dal primo articolo ho capito che recensire un libro, un film o una canzone non è che un pretesto per raccontarmi: pensieri, passioni, desideri. Ricordi. Il vero scopo è fermare il tempo. Trattenere il più possibile istanti di felicità.

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